mercoledì 10 ottobre 2018

Apocalissi musico-virtuali? (Reprise)


Non so se le vendite dei CD siano in ripresa o meno rispetto ai downloads (dalle ultime nuove sembrerebbe di si, unitamente ai vinile), ma più spesso il gradimento (e quindi le classifiche) verso un cantante od un gruppo si misura tramite i click sui video di youtube o, se va bene, sugli ascolti dei relativi mp3 venduti più o meno sulle grandi piattaforme. Oramai i ritmi assurdi, stereotipati e ripetitivi, del nostro vivere quotidiano non ci permettono più di concederci quei bei momenti (...il positivo otium romano) per preparare il tuo stereo hi-fi (azz...anche questo termine è oramai in disuso - sfido i nostri giovani a capire di che si tratta - sostituito dal più celeberrimo "wi-fi"), mettere il CD (...o il redivivo vinile) nel lettore (...sul piatto - ...per l'insalata, eh eh eh), sedersi comodamente (sulla sedia, in poltrona, su un tappeto persiano), magari nella penombra allontanando ogni rumore del mondo esterno e pensiero dalla nostra mente e.....ascoltare per intero almeno uno o più brani se non tutto il disco completo (almeno la facciata la si ascoltava sempre tutta, vista la scomodità dell’individuazione dell’inizio traccia tra il garbuglio dei solchi). 

Rituali oramai del passato che abbiamo aborrito, come quelli tribali che accompagnavano gli adolescenti nel passaggio all'età adulta sotto la guida vigile dello shamano o del capo-villaggio surrogati oggi da assurde pratiche autolesioniste. 
E' lo stesso azzeccato paragone della lettura su carta contro quella a video o della scrittura con la digitazione di cui è comprovata l'importanza per lo sviluppo cognitivo del bambino, ma anche gli adulti, ad es., memorizzano ed interpretano meglio leggendo un testo scritto che non uno digitale, sviluppando un più articolato senso critico. 
Qualcuno potrebbe obbiettare che sin dalla prima rivoluzione industriale la funzione dei pollici opponibili, che tanta importanza ha avuto per l'evoluzione umana, è venuta meno, ma poi sta a capire il tipo di mondo che vogliamo per noi e per le generazioni successive. Stando così le cose il rischio che tutto venga meno vuoi a causa dei cambiamenti climatici piuttosto che per un conflitto termonucleare è alto, a meno che la tecnologia, causa di tanti dissesti, non trovi la soluzione ai nostri mali (vedi ad es. oggi le energie rinnovabili oppure gli ancora fantascientifici nuovi sistemi di propulsione che permetterebbero all'uomo di proseguire nella ricerca di sconosciuti pianeti compatibili con la vita, magari partendo da una base "lunare").


Luciano

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